top of page

IL MIO SERVIZIO AL PAESE

sonia.png

Quest'anno abbiamo pensato di fare qualcosa di diverso dalle altre edizioni. Le interviste ai sindaci erano diventate ormai ripetitive, perciò ci siamo domandati chi altro potessimo intervistare... Gli intervistati quest'anno sono gli assessori alla cultura!
Questa è l'intervista a Sonia Gandolfi.
La ringraziamo infinitamente per il tempo che ci ha concesso e per tutte le risposte da lei date.

Ci incuriosiva comprendere meglio la sua figura di assessore nell’Amministrazione pubblica del nostro comune, la sua funzione, il suo rapporto con il paese e con la gente che lo abita.

​

1. In due parole, può raccontarci la sua formazione? La scuola che ha frequentato, il suo titolo di studio, la sua professione attuale…

​

"Cominciamo dalle superiori. Dopo le medie ho frequentato il Liceo scientifico Belfiore a Mantova e contemporaneamente il Conservatorio, dove mi sono diplomata in flauto traverso. All’università ho poi studiato Scienze Politiche e Relazioni Internazionali a Parma. In realtà non sapevo bene cosa avrei voluto frequentare con certezza; l’ho scelta in quanto era una facoltà ancora molto generica e non ti incanalava in modo stringente su una professione successiva. Non avendo ancora le idee chiarissime ho preferito stare su una formazione aperta, con discipline articolate e molto diversificate. Non pensavo in realtà in alcun modo di entrare in politica. Mi sono laureata e nel frattempo ho terminato il Conservatorio ed ho iniziato ad insegnare musica nelle scuole.

Quando poi negli anni si è avvicinata la proposta di partecipare ad una lista del paese, anche se un po’ titubante, senza sentirmi particolarmente tagliata per questo ruolo e questa dimensione, ho accettato la sfida e devo dire che la formazione che avevo mi è servita molto. Soprattutto nell’ambito delle relazioni, in quanto, più che le conoscenze, mi ha dato delle buone basi per approcciarmi agli altri nelle situazioni amministrative. "

​

2. Quanto ha inciso la scuola nel fare di lei ciò che adesso è?

​

"Per il mio lavoro è stata fondamentale. Io sono un’insegnante di secondaria di I grado. Lo studio sono stati il pilastro per proseguire il mio percorso professionale. Per il mio incarico di assessore, come spiegavo, è stato comunque molto utile in quanto sono assessore alla scuola, alla cultura ed al sociale. Sono due facce di una preparazione convergente."

​

3. Cosa le ha fatto decidere di impegnarsi politicamente per il suo paese?

​

"Come ho già detto, nei primi momenti io non ero così convinta, sapendo l’impegno che comporta. L’attuale Sindaco, Alessio Renoldi, è un mio caro amico e compagno di studi. Quindi accettare è stato anche influenzato alla fiducia ed alla stima che mi lega a lui, oltre ad altri del gruppo. Ho pensato che il mio apporto potesse andare in una squadra rodata e coesa. Ad oggi ne sono felice."

​

4. È quindi soddisfatta di questo incarico? 

​

"Sì, anche se le soddisfazioni arrivano molto dopo. Io cerco di impegnarmi molto e di valutare ogni aspetto ed ogni decisione che viene presa. Tuttavia, non si riesce mai ad accontentare tutti… Nei primi tempi mi arrabbiavo, mi feriva la mancanza di buona fede che talvolta leggevo nei commenti. Poi verso la fine del primo mandato avevo anche pensato di non ricandidarmi più. Solo una riflessione più meditata e lucida mi ha portata a riconsiderare le cose e a dare minor peso alle critiche non costruttive. Anche la gratitudine di una sola persona, in una realtà piccola, il riconoscimento di aver reso un servizio necessario, aiuta a sentirsi ripagati. E fortunatamente ho avuto tante piccole attestazioni di riconoscenza e di affetto."

​

5. Quali sono a suo avviso i bisogni che avverte particolarmente forti nel suo Comune?

​

"In questo momento credo che la gente abbia molta voglia di tornare a vivere la comunità. Quindi a livello culturale credo che qualunque forma di aggregazione pur sorvegliata e regolamentata, dalla semplice mostra dei Presepi alla Budinata, fino a qualche spettacolo musicale, possa rappresentare un invito a ritornare ad una condizione di maggiore leggerezza e normalità. Purtroppo non disponiamo di spazi dedicati, un teatro, una sala polivalente, quindi dobbiamo arrangiarci."

​

6. La pandemia secondo lei ha cambiato la mappa dei bisogni o degli obiettivi del paese?  

​

"I bisogni sono: una scuola aperta il più possibile, evitare quanto possibile la dad perché ha portato molti ragazzi a soffrire di solitudine, e ad un apprendimento faticoso. Anche per i genitori questo sarebbe un disservizio sul piano lavorativo. Noi a S. Martino dall’Argine abbiamo le scuole dell’infanzia e la primaria. Per questa utenza la scuola a distanza è fattibile solo in presenza di un adulto. Quindi nel campo dell’istruzione riuscire a tenere in piedi il servizio scolastico in presenza rincorrendo una normalità che speriamo non precipiti, visto il quadro dei dati, è in questo momento l’obiettivo principale."

​

7. Quali sono i progetti che come Comune avete in previsione in ambito culturale? Perché li avete scelti? 

​

"Fino al 31 marzo, data di fine dell’emergenza pandemica, dovremo fare i conti con i dati. In programma abbiamo una mostra itinerante su Dante in Chiesa Castello, tra febbraio e marzo, con opere allestite sui Comuni Bozzolo, Rivarolo e S. Martino. Ogni Comune si prende una cantica. Noi siamo il Paradiso, Bozzolo il Purgatorio, e Rivarolo l’Inferno. Io avrei inoltre alcune idee per maggio, una piccola rassegna musicale, iniziando quest’anno con tre appuntamenti e, chissà, pensando anche a qualcosa di progressivo nel tempo. Bisogna vedere tante condizioni: innanzitutto le risorse, e poi lo stato della pandemia. Andando verso il periodo estivo ci saranno poi le feste delle Associazioni: la Pro loco, l’Avis. Poi la fiera della Madonnina a settembre."

 

8. L’Assessore di Bozzolo, appena intervistata, ci ha raccontato che la maggior parte dei fondi a disposizione del Comune viene utilizzato per aiutare situazioni di disagio. La cosa ci ha colpiti molto. A S. Martino com’è la situazione?

​

"Sicuramente la nostra realtà non è così problematica e non impatta in maniera così pesante. Nonostante questo, tuttavia, abbiamo altre situazioni pesanti per altri motivi: un grosso debito causato da mutui per opere pubbliche accesi negli anni ’80 e da altri investimenti più recenti. Si fa fatica, ma per le priorità si trovano le energie. Un esempio è il tetto della scuola, che ha necessitato di un rifacimento immediato. Seppur fossimo in una situazione economica non rosea siamo intervenuti immediatamente. Cerchiamo insomma di garantire la risoluzione delle emergenze e delle priorità. "

​

9. Quali sono invece le scelte e gli obiettivi rispetto all’istruzione?

​

"Il primo obiettivo è mantenere aperti i plessi di S. Martino dell’infanzia e della primaria. I numeri troppo bassi di bambini nati determinano la minaccia di non poter garantire la formazione delle prime classi. La classe prima quest’anno ha dovuto ad esempio essere accorpata alla seconda, formando una pluriclasse. Il rischio quindi è alto. Cercare di mantenere aperto un plesso significa offrire un servizio ed una proposta di qualità anche ai comuni limitrofi, puntando quindi sulla qualità e sulla mira della proposta. Il Comune sostiene da sempre la scuola il più possibile sia in termini economici ai progetti ed all’offerta formativa sia a livello strutturale: ambienti, tecnologie, infrastrutture, copertura di rete. Cerca di dare un servizio più funzionale."

​

10. Il suo lavoro ha come protagonisti soprattutto i giovani. Come immagina il futuro del suo Comune tra 15 anni, quando cioè noi ragazzi saremo giovani uomini e donne? Quali speranze ha verso la nostra generazione? Quali consigli sente di poterci dare?

​

"Sinceramente ho un po’ paura per il futuro delle vostre generazioni, forse anche a causa di una pandemia che ha scardinato le sicurezze che avevamo. Anch’io come insegnante a scuola vedo ragazzi disorientati. Un consiglio che darei alle giovani leve è di seguire ciò che sentono essere la loro strada, ciò che sentono davvero di voler fare. Mi sentirei di consigliare anche di trovare professioni innovative, quelle che ad oggi mancano e di cui ci sarà bisogno. Mettetevi insieme, lavorate in squadra e date al futuro risposte che il nostro presente cerca. Tecnologia ed ambiente sono un ambito di grande interesse ed accoglienza in termini di opportunità!"

​

Ecaterina Gidioi

bottom of page