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LA SPIA CON LE ALI

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Tutto era partito nell’ottobre 2016 quando il piccione, che stava volando sul territorio conteso tra Pakistan e India, è stato catturato da alcuni cittadini indiani. Nonostante le richieste del proprietario di restituirgli l’animale, gli abitanti si sono insospettiti per una serie di numeri scritti sulle zampe del piccione e allora hanno denunciato il fatto alla polizia. In questi tre anni, però, il pescatore non si è mai arreso e ha continuato a sostenere l’innocenza del suo amico pennuto, spiegando che quelle cifre sulle zampe non erano altro che il suo numero di cellulare, da chiamare in caso di smarrimento dell’uccello. Si conclude così quello che passerà alla storia come un vero e proprio caso di malagiustizia in India nonostante le richieste di proprietario che voleva gli fosse restituito l’animale.

Dopo una prigionia durata tre anni, alla fine la polizia indiana ha deciso di rilasciare il sospettato e l’ha prosciolto dall’accusa di spionaggio.

Questo caso mi ha fatto venire in mente il gatto di Joyeux Noel, che si chiamava Felix per i tedeschi e Nestor per i francesi, un gatto libero che passava da una trincea all’altra e si faceva coccolare da entrambi gli schieramenti. Tra le trincee del fronte occidentale girava davvero un gatto che da un lato veniva chiamato Felix e dall’altro Nestor. Sul suo collarino venivano inseriti messaggi scambiati tra i soldati dei fronti nemici; l’unica colpa del gatto è stata quella di far fraternizzare questi soldati. E così il generale Audebert lo fece catturare e fucilare con l’accusa di tradimento. Il poeta inglese Heathcote Williams, ha scritto una poesia dedicata a questa vicenda: Un gatto fucilato per tradimento nella Prima Guerra Mondiale.

Caleffi Gabriele

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