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IN PIEDI,SIGNORI, DAVANTI A UNA DONNA!

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I colori predominanti in questa immagine sono caldi: arancione, rosso, bordeaux. Il volto raffigurato, però, è bianco, ed è proprio questo suo candore che lo fa spiccare. Le forme rappresentate sono prevalentemente geometriche e risulta evidente la dimensione ridotta del volto rispetto all’intera immagine. Nell'immagine, una donna è caratterizzata da  un'espressione triste, con la bocca tappata da una mano arancione, senza che si veda il volto del suo possessore. Questo gesto può significare l'impedimento a parlare, a partecipare, un gesto che l’ammutolisce, senza nemmeno ascoltare ciò che lei abbia da dire. Questo movimento, da parte di un volto a noi sconosciuto, trasmette tristezza e rabbia. L’espressione tutt’altro che felice sul volto della donna esprime disapprovazione, nei confronti del gesto compiuto dalla mano. Tuttavia, il viso esprime rassegnazione, la consapevolezza del fatto di non poter fare assolutamente nulla per evitare che questo atto di sottomissione nei suoi confronti si ripeta. Forse ha ragione, o forse non ce l’ha per niente. Perché ogni volta che le donne, o più generalmente persone di sesso femminile, vengono abustate, torturate, maltrattate, da qualcuno che pensino le ami o voglia loro bene, queste diventano sempre più ciò che non vogliono e, soprattutto, non devono essere: un oggetto di svago, per sfogarsi, come se fossero dei peluches o delle bambole, senza sentimenti o un’anima. Questa immagine rimanda alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, celebrata il 25 novembre ed  istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, in onore ed in ricordo del pluri-femminicidio delle sorelle Mirabal, avvenuto il 25 novembre 1960 in Repubblica Dominicana. Le tre sorelle vennero uccise e torturate da uomini armati, per aver combattuto il regime del dittatore Trujillo, il quale imponeva rigide leggi nei confronti dell’opposizione. Nel Mondo, le violenze di ogni genere interessano una donna su tre . Quest’anno, nel periodo tra l’1 gennaio e il 21 novembre, i femminicidi in Italia sono stati 109 rispetto a quelli dello stesso periodo ma nel 2020 (101 femminicidi), sono aumentati dell’ 8%. Nello stesso Paese, i dati Istat ( Istituto Nazionale di Statistica) rivelano che il 31,5% delle donne ha subito nel corso della propria vita qualche forma di violenza fisica o sessuale. Inoltre, nel 67% dei casi, gli stupri vengono commessi da partner o ex partner delle vittime. Questo dimostra come le persone che amiamo, o che crediamo di amare, spesso non ci amino allo stesso modo, o non ci amino affatto. Semplicemente, fingono. Altre volte, invece, è un qualche meccanismo nella mente dell’uomo ad avere qualche anomalia. Questa, però, fa troppa paura alla vittima, ed è ciò che la porta a convincersi di non poter trovare nessuna via d’uscita e la convince di essere intrappolata, come un topo in una gabbia, senza più  speranze. Tante volte però, ciò che manca in queste situazioni è il coraggio di chiedere aiuto, di parlarne con qualcuno. Perché chiedere aiuto non è un atteggiamento da codarde o da perdenti, semplicemente, aiuta a rialzarsi più forti che mai. Questa giornata mondiale serve per fare forza alle donne in queste brutte situazioni, per ricordare loro che non sono sole. Durante la lezione a riguardo, a cura di Niccolò, Andra, Anais, Houda e Rayan, ho potuto cogliere aspetti fondamentali che mi hanno colpito maggiormente. Ad esempio, il fatto che secondo molti, se si nasce donna, si hanno automaticamente anche più probabilità di essere oggetto di violenza rispetto a quelle di un uomo. Personalmente, questo argomento mi interessa molto, perciò, ho deciso di inserire in questo mio articolo anche una citazione di Shakespeare, che mi ha colpito, soprattutto per il piccolo riferimento all’immagine iniziale, in cui alla donna viene tappata la bocca.

“Per tutte le umiliazioni che ha subito,

 per il suo corpo che avete sfruttato,

 per la sua intelligenza che avete calpestato,

 per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,

 per la libertà che le avete negato,

 per la bocca che le avete tappato,

 per le ali che le avete tagliato,

 per tutto questo:

 in piedi, Signori, davanti ad una Donna.”

 (William Shakespeare)

   

Infine, vorrei dire io qualcosa alle donne vittime di violenza e che stanno passando momenti simili :

“Non lasciare che qualcuno ti dica come ti devi comportare o come devi vivere. Sei nata libera e  libera rimarrai e nessuno potrà dirti o dimostrarti il contrario”  

​

Caterina Canevari
 

                                                                                                                

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