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IL SEME DELLA GENTILEZZA

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Carissimi amici siamo i bambini delle classi prime della Scuola Primaria di Bozzolo. Siamo felici di raccontarvi che ci siamo ben preparati alla Giornata Mondiale della Gentilezza festeggiata il 13 novembre 2021. Abbiamo fatto la raccolta delle prime parole che ci sono venute in mente pensando alla gentilezza. Le abbiamo usate anche quando abbiamo risposto alla domanda 

“da cosa si riconoscono i bambini e le bambine gentili?”. Ecco le nostre risposte con diverse idee:

  • Il bambino gentile aiuta le persone, aiuta la terra a non inquinarsi, ringrazia Dio per averci dato un pianeta.

  • E’ un bambino che si comporta bene, ascolta.

  • Un bambino gentile si riconosce dal cuore buono perché aiuta una nonnina, si riconosce quando dice la parola INSIEME.

  • Il bambino gentile fa attraversare una nonnina e lei gli dice GRAZIE.

  • Il bambino gentile dice delle parole gentili: GRAZIE, PREGO, SEI UN AMICO, PER FAVORE.

  • Un bambino che prega è un bambino gentile.

  • Un bambino gentile aiuta qualcuno ad alzarsi dopo che è caduto.

  • I bambini che si scambiano un regalo sono gentili se usano le parole GRAZIE MILLE e PREGO.

  • Due bambini sono gentili se si tengono per mano.

  • Un bambino gentile condivide le fragole con amico.

  • Un bambino è gentile quando prepara un regalo all’amico del cuore.

  • E’ gentile un bambino che apre per primo la porta alla nonna.

  • Un bambino è gentile quando fa la pace.

  • I bambini gentili si aiutano.

  • Un bambino è gentile quando cura un animale e lo aiuta a stare bene.

  • E’ gentile un bambino che fa saltare un amico con la corda anche se toccava a lui.

  • Un bambino è gentile quando invita un amico a casa sua per giocare.

  • E’ gentile un amico quando regala un mazzo di fiori o un suo disegno.

  • Un bambino è gentile quando divide le cose che ha con un amico.

  • E’ gentile un bambino che dice SCUSA.

  • Due bambini sono gentili se dicono giochiamo INSIEME a calcio.

  • Un bambino che abbraccia è un bambino gentile.

  • Un bambino gentile da un bacino. 

 

Ci siamo divertiti in classe a mimare gesti di saluto, di cortesia, scenette con l’uso delle parole gentili. Leggete la storia “Gentilezza contagiosa”. Ci ha fatto pensare che la gentilezza può arrivare anche dove non c’è.

 

In un paese lontano da qui vivevano bambini e bambine che nessuno riusciva a educare. Bighellonavano tutto il giorno, azzuffandosi per un nonnulla. Se giocavano con il pallone, c’era sempre chi se ne impadroniva e lo rilanciava a chi diceva lui, scatenando furibondi litigi. Nelle gare di corsa escludevano sempre i più deboli e, pur di vincere, facevano sgambetti agli avversari. Insomma, non era uno spettacolo bello da vedere! Un giorno apparve all’orizzonte una cosa davvero sorprendente: cambiava forma e colore, si allungava a dismisura, poi diventava piccola piccola fino quasi a scomparire per ripresentarsi subito dopo più grande e luminosa di prima. Alcuni bambini, incuriositi, cominciarono a seguirne i movimenti. Cammina cammina, all’improvviso la strana cosa scomparve e in quello stesso momento udirono una voce gioiosa annunciare: «Benvenuti nel paese della Gentilezza!». «Della genti… che?» esclamarono. Gentilezza era, infatti, una parola a loro sconosciuta. Si guardarono intorno e videro bambini e bambine di ogni età che giocavano felici. Se qualcuno aveva qualche difficoltà, subito c’era chi correva in suo aiuto. Nessuno urlava, nessuno faceva dispetti, nessuno faceva a botte. Nell’aria risuonavano parole insolite: per favore, grazie, scusa, prego... L’atmosfera era davvero magica. I nuovi arrivati presto capirono che “gentilezza” significava tutto questo e che in quel luogo si stava proprio bene! Perciò, ben accolti da tutti, decisero di restare lì per sempre. Un giorno, però, ebbero un’idea: tornare nel paese da cui erano partiti per aiutare i vecchi compagni a diventare gentili come loro. E così fecero. In poco tempo tutto cambiò per il meglio e vissero felici e contenti nel paese che, da quel momento, prese il nome di Gentilezza Due. 


 

Carissimi amici perché non sperimentate anche voi giochi legati alla gentilezza? Ci siamo divertiti in aula e in palestra. Ecco le nostre proposte. Buon divertimento!

 

Caccia alla gentilezza

Per allenare la collaborazione, la conoscenza di parole gentili e il gioco di squadra ecco una caccia al tesoro in chiave “gentilezza” da fare dove si vuole.

 

ETA’ 6-10 anni

PARTECIPANTI squadre formate da 3 a 5 persone

DURATA 45 minuti circa

MATERIALE vari oggetti (non grandi), bigliettini, un foglio grande

 

 

COME SI GIOCA

Si scelgono alcune parole gentili e si abbinano a degli oggetti.

Si attacca su ogni oggetto un cartellino con la parola gentile abbinata, mentre su un foglio si segnano gli abbinamenti,

Qualche idea? Per esempio:

gomma – buonasera;

penna – ti voglio bene;

Si nascondono gli oggetti e parte la caccia!

I giocatori cercano gli oggetti nascosti e quando ne trovano uno devono dire a voce alta la parola gentile scritta sul bigliettino attaccato all’oggetto.

Vince la squadra che, in un tempo stabilito, trova il maggior numero di parole gentili.

 

Il fazzoletto della gentilezza

Da un semplice pezzo di stoffa si impara l'utilizzo di parole gentili, il rispetto delle regole e intesa amichevole tra i giocatori. E' una variante di ruba bandiera o del gioco del fazzoletto in cui, al posto di chiamare i numeri, si chiamano parole gentili...

ETA’    6-10 anni

DURATA    30 minuti

 

COME SI GIOCA

I bambini si mettono uno di fronte all'altro; qualcuno, scelto a turno, tiene in mano il fazzoletto e chiama a caso i componenti delle squadre gridando la parola gentile da loro scelta. I due bambini vanno vicino alla persona che ha il fazzoletto in mano e devono cercare di prenderlo.

Chi lo prende deve correre al suo posto senza che il suo avversario riesca a toccarlo.

Se viene toccato deve dare il fazzoletto all'altra squadra che fa così punto

Se riesce ad arrivare al proprio posto senza essere toccato il punto è della sua squadra.

 

UN TRAGUARDO DA RAGGIUNGERE

Un gioco non di squadra (si può giocare anche da soli!) e non allena neppure alla motricità. Serve per sviluppare, empatia, gratitudine e attenzione.
ETA': dai 6 ai 14 anni
PARTECIPANTI: 2, 3, oppure 4. Ma si può giocare anche da soli

 

COME SI GIOCA

All'inizio del gioco i partecipanti stabiliscono un traguardo da raggiungere durante la giornata, per esempio 50 Grazie, o 100 Grazie. I giocatori hanno una giornata di tempo per raggiungere l'obiettivo. Valgono i "sì grazie" e i "no grazie".
Sono considerati punto solamente i grazie pronunciati per una ragione valida.

 

Insieme abbiamo pensato e realizzato concretamente dei gesti di gentilezza. In ottobre ognuno di noi ha seminato il basilico in un vasetto pieno di terra. Ogni giorno lo abbiamo innaffiato. In una tabella a fisarmonica, per alcune settimane, abbiamo registrato con la data e con il disegno come era il nostro basilico. Abbiamo osservato come cambiava nel tempo che scorreva. Lo abbiamo regalato ai nostri genitori nella Giornata Mondiale della Gentilezza.

Vi raccontiamo anche che ogni bambino della classe IA ha preparato un simbolo della festa di Halloween da regalare ad un amico della classe IB non presente a scuola perché in quarantena. Ognuno ha realizzato per sé e per l’amico il fantasma marionetta che costruivano i nonni e i bisnonni quando erano piccoli con materiale di recupero: stoffa, tappi di sughero, filo da pesca, bastoncini. I ringraziamenti sono arrivati con le parole gentili.

In una filastrocca, che abbiamo imparato a memoria, c’è scritto che per essere gentili ci vuole poco, che i bambini cortesi sono da tutti molto amati. 

E’ vero!

 

I bambini delle classi IA e IB

Scuola Primaria di Bozzolo

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