SUI BANCHI, A LA SPEZIA...
​
L’intervistata si chiama Dina Bassi, ha novanta anni ed è mia nonna paterna. Il suo titolo di studio è la quinta elementare, la sua professione è casalinga. Ha fatto venticinque anni di matrimonio. Ha avuto due figli e cinque nipoti. Il suo hobby è il giardinaggio e la sua passione è sempre stata viaggiare.
​
Quanti anni di scuola primaria hai frequentato? In quale periodo?
“Ho frequentato dal 1937 al 1942 la scuola primaria.”
​
Quale era il nome della maestra?
“La maestra si chiamava Luigina”
​
Qual era il numero approssimativo di alunni per classe?
“In classe c’erano circa trenta bambini.”
​
Qual era il clima che si percepiva in classe?
“Il clima in classe era sereno.”
​
Qual era il rapporto con i compagni? Puoi farci un ritratto breve di un compagno, particolarmente significativo?
​
“In classe il rapporto con i compagni era molto amichevole e rispettoso, ma non ricordo un compagno in particolare.”
​
Invece, quale era il rapporto con l’insegnante?
“ Avevo un bellissimo rapporto con l’insegnante, la consideravo come una seconda mamma e le volevo bene.”
​
Quali erano i programmi, i compiti, le richieste da parte della scuola verso gli alunni?
“Era molto importante la bella calligrafia e conoscere bene la matematica; ricordo in particolare i giorni in cui si disegnavano puntini e aste, ricordo anche il tanto studio delle tabelline e le punizioni quando commettevo un errore: venivo mandata dietro alla lavagna. I compiti erano parecchi ma non eccessivamente pesanti.”
​
Qual era la forma, le dimensioni, la collocazione della scuola e il mezzo utilizzato per raggiungerla?
“La scuola era in città a La Spezia, l’edificio era formato da due piani; era molto grande e aveva un cortile dove facevamo ricreazione, che consisteva in lunghe marce e canti. Raggiungevo la scuola a piedi in circa quindici minuti.”
Quanto era il tempo dedicato allo studio e ai compiti ogni giorno?
“Mi servivano circa due ore al giorno per terminare i compiti a casa.”
Qual era la modalità di svolgimento dell’intervallo? C’erano giochi pratici e quanto durava?
L’intervallo durava circa quindici minuti e questo tempo si dedicava ad attività fisica e ai canti fascisti.
Ci sono stati episodi divertenti che ricordi volentieri?
“Sono nata lo stesso giorno di Benito Mussolini e la città era addobbata a festa con bandiere e striscioni. Ero molto povera e mia mamma mi faceva credere che i festeggiamenti fossero per me. Questo era il mio regalo di compleanno e mi rendeva felice.”
Ci sono stati episodi tristi, violenti, spiacevoli che ricordi?
“Non ricordo episodi tristi in particolare, l’unico dispiacere l’ ho avuto quando ho dovuto interrompere gli studi a causa della guerra.”
Qual è l’idea della scuola avuta da bambina mentre frequentava e l’idea della scuola che ha ora a ripensarci?
“A quei tempi c’era molto rispetto ed educazione nei confronti dell’insegnante e dei compagni, cosa che oggi non c’è più. Secondo me la scuola di oggi è troppo tecnologica e trascura la grammatica e la matematica. Allora dovevano bere un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo e pregare per il Duce, per il Re e il crocifisso prima delle lezioni. Era una scuola dove ci si voleva bene e dove si era più uniti.”
​
Rachele Baboni