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INCRESCENDO PER SEMPRE 

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Intervista alle ex colonne portanti del nostro magazine.

Da padrone di casa a graditissime ospiti. Oggi qui a testimoniare la vita alla secondaria di secondo grado

 

È trascorso circa un anno da quando a condurre quest’intervista eravate voi. Cos’è cambiato nella vostra vita nel frattempo?

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Baboni Vittoria. Cambiamenti ce ne sono stati molti. Innanzitutto fisici, si cresce. Ma anche organizzativi, si viaggia in treno, si è più indipendenti. Mi sento una persona diversa da quanto ho iniziato la mia nuova scuola. Sento di essere cresciuta molto, affronto il bene e il male in modo diverso. Conoscere persone diverse mi ha fatto migliorare anche nelle relazioni. La mia vita è sicuramente cambiata in meglio. E la scuola è stata il ponte per questa metamorfosi. 

Maffezzoni Christel. Anch’io mi sento molto diversa. Ho fatto molte conoscenze ed ho superato molte paure. Sono più aperta e più sicura di me. Il cambio di scuola e lo spostamento ti obbliga a rivedere il rapporto con te stessa e con ciò che ti circonda. 

Lucrezia Finardi. Un bellissimo cambiamento. Essendo naturalmente aperta ad affrontare esperienze nuove non ho avuto problemi particolari. È stato un grande salto e la scuola mi piace molto. Un’esperienza bellissima. 

Lucrezia Greggio Nella mia vita è avvenuto un grande salto. Cambiare stile nella quotidianità e dall'andare in città fa cambiare prospettiva, modo di vivere. Ne sto approfittando per cogliere quest’esperienza come opportunità. 

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​Quale impressione avete avuto della vostra nuova scuola in questi primi mesi di attività? È come vi aspettavate che fosse?

 

Baboni Vittoria. Penso che il modo in cui mi aspettavo la mia scuola e ciò che in realtà essa mi ha dato sia stato diverso. Mi aspettavo una scuola seria, fredda, di cui avere timore. Il primo giorno ci siamo accomodati e i professori ci hanno detto che ci trovavamo nella scuola più difficile che potessimo scegliere. Le aspettative erano quindi molto alte. Ci aspettavamo l’impegno e l’esigenza di una resa sempre all’altezza, una scuola in cui si chiedeva e si doveva dare molto. Ma nel frattempo ho avvertito da subito che essa mi dava ben più di quanto chiedesse. Certo, ci sono molte differenze rispetto alle medie. Alla secondaria di I grado si potevano aggirare le cose, qui l’impegno deve sempre essere al massimo. I risultati non sono regalati. Lo studio è qualcosa a cui dedicare molto tempo ed il salto è grande. Penso tuttavia che andando avanti riusciremo ad organizzarci

Maffezzoni Christel. Inizialmente pensavo che la scuola sarebbe stata più semplice di come l’ho trovata, pur sapendo che era complessa. In realtà però, durante i primi mesi, mi sono abituata a questo grado di attese e di complessità e sto prendendo il ritmo giusto. Il cambiamento è grande ma proprio per questo è positivo. 

Lucrezia Finardi di sicuro ci vuole molto impegno per affrontare le superiori. Cerco di fare di tutto per avere buoni risultati. Ed è molto difficile, in quanto gli standard e le attese sono alti. 

Lucrezia Greggio anche per me è stato molto bello ciò che ho ricevuto, ed è quanto mi aspettavo: una scuola difficile dove l’impegno richiesto è grande ma è grande anche la comprensione e la collaborazione dei professori. 

 

Le amicizie sono cambiate? Sono rimaste? 

 

Baboni Vittoria Sì, sono cambiate, sono felice di essermi lasciata alle spalle conoscenze che per me erano un peso; quelle che sono rimaste nella mia vita sono quelle buone ed importanti. La mia migliore amica storica ad esempio è in classe con me, e questa è una fortuna grande. Inoltre in classe ho trovato una ricchezza umana sorprendente. Tanta bontà, persone a cui interessa il mio bene, la disponibilità. I professori sono entusiasti della nostra buona relazione, siamo a loro detta la classe prima più unita. Questa fortuna mi ha ripagata di anni difficili. 

Maffezzoni Christel Io in realtà ho un pensiero un po’ contrastante. Ho fatto anch’io nuove amicizie, alcune vecchie le ho abbandonate ma molte sono rimaste. A differenza di Vittoria, io non mi trovo benissimo con tutti i nuovi compagni, anche se sono riuscita a legare con diversi di loro.

Lucrezia Finardi  Io non ho pregiudizi verso nessuno. Ho una bella classe con cui ho legato sin da subito, e nel tempo libero riesco a fare atletica tre volte a settimana. Le amicizie le coltivo anche fuori dalla scuola: sono capo scout e devo essere responsabile della mia squadriglia, poi continuo a suonare in banda. Sono molto impegnata e piena di relazioni.

Lucrezia Greggio Alle medie non mi trovavo particolarmente male con la mia classe, tuttavia qui, a dispetto del poco tempo trascorso dall’inizio delle lezioni, mi sento già più capita e meglio inserita. Ho fatto nuove amicizie importanti, e mantengo qualcosa delle vecchie. Anch’io suono ancora in banda ma certamente non riesco ad uscire molto. Il tempo libero non è molto. 

 

Di cosa avevate più timore e cosa invece non vedevate l’ora di affrontare in questo nuovo segmento scolastico? 

 

Baboni Vittoria. Banalmente, temevo di non essere all’altezza. Ero terrorizzata paradossalmente anche da ciò che ero impaziente di affrontare: le amicizie, le relazioni. Mi aspettavo amicizie difficili, persone fredde e spocchiose, invece come ho già detto è stata una bellissima sorpresa. 

Maffezzoni Christel La mia grande paura era greco. Ero impaurita dalle lingue classiche in quanto molte persone ne parlavano come discipline difficili. In realtà lo sono state inizialmente ma poi sono diventate nel tempo materie che divertono ed appassionano. E guarda caso è dove vado meglio. 

Lucrezia Finardi  Il mio più grande nemico è la sveglia alle 5.45! Per il resto non avevo timori particolari. Avevo fiducia di me stessa ed è bello capire che ce la posso fare.

Lucrezia Greggio La mia paura aveva a che fare con l’idea di andare in un posto nuovo, dover conoscere tante persone nuove, insomma, cambiare pagina. Ma questa è stata anche la sfida e la possibilità di rimettermi in gioco. 

 

​Dovendola descrivere con tre, quattro tratti distintivi, cosa direste della vostra nuova scuola? 

 

Baboni Vittoria. Andando per parole chiave, la prima è la passione. La mia scuola ti fa capire che l’unico motore del successo è la curiosità, la voglia di imparare, l’amore per questo àmbito. Con tutte le difficoltà dettate dalle esigenze, gli orari, la routine, questa è la sola risposta possibile alla fatica che i ritmi impongono. Poi, certo, la costanza, la perseveranza, la convinzione. 

Maffezzoni Christel La parola più importante è anche per me passione. Occorre sentirla profondamente per ciò che la scuola propone e per affrontare interi pomeriggi di studio. Un’altra parola chiave è costanza, insieme a felicità per la propria scelta.

Lucrezia Finardi  Studio, uno studio quotidiano. Impegno per avere la serenità di un apprendimento produttivo. E poi sicuramente fiducia e supporto dei docenti, che apprezzano le tue qualità

Lucrezia Greggio Per me la parola chiave è obiettivi. Porsi sfide, traguardi. Ma anche difficoltà, che costituiscono il continuo delle richieste. Un’ultima parola è maturità. Questo è l’ingrediente che permette di raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

Come e quanto è cambiata la vostra giornata nei ritmi dati dalla nuova scuola? 

 

Baboni Vittoria Alle 5.30 suona la sveglia: occorre prepararsi, andare in stazione, prendere il treno sperando che non sia in ritardo, poi una volta arrivati avviarsi velocemente a scuola. Le 5 ore sono molto pesanti, piene. E poi di nuovo il tragitto a piedi, al ritorno, per poi avere, dopo il pranzo alle 14.30, i compiti e lo studio. Si impara a non perdere tempo. Si inizia prima e si finisce dopo. Riuscire a mantenere i nervi saldi inizialmente è difficile, ma poi si prende il ritmo. 

Maffezzoni Christel Una delle maggiori difficoltà è anche per me la sveglia, insieme al viaggio. Un’altra è il ritmo di lavoro dato dalla classe, un gruppo di alunni molto in gamba. Qui le persone sono più composte, meno caotiche, più alla pari di quanto non ricordassi delle medie. Quindi occorre essere sempre adeguati al gruppo. Prepararsi, studiare, non perdersi. 

Lucrezia Finardi  Di sicuro è tutto più complesso, però anche il viaggio in treno, il percorso a piedi ripassando la lezione, sono di aiuto. Certo, i tempi sono compressi. Ma tutto è stimolante.

Lucrezia Greggio. Anche per me è cambiata la giornata e l’intera organizzazione. Alle 5.30 suona anche la mia sveglia, ed il pranzo è alle 15 circa. Trovare le energie per studiare per la verifica del giorno dopo richiede dedizione e perseveranza. 

 

Come valutate la preparazione della secondaria di I grado? Avete trovato difficoltà particolari o no, e se sì in che cosa?

 

Baboni Vittoria Secondo me la preparazione avuta è stata in gran parte artigianale. Non credo che la scuola secondaria mi abbia dato la giusta costanza per affrontare una tabella di marcia così serrata. La preparazione è stata buona ma sicuramente senza un apporto personale non sarebbe stata sufficiente.

Maffezzoni Christel La secondaria ha dato buone basi in quasi tutte le materie anche se non in tutte, in quanto c’erano situazioni critiche per una difficile gestione della classe da parte di un’insegnante in particolare. Il metodo di studio è un fattore personale a cui lavorare soprattutto autonomamente, seppur dietro la suggestione dei professori.

Lucrezia Finardi  Per quanto riguarda il metodo è un fattore di costanza e di capacità di adattamento. Io ho scelto due lingue che non avevo mai studiato prima, quindi non avevo alcune basi. Per altre discipline come lettere, ad esempio, la preparazione avuta è stata secondo me molto buona.

Lucrezia Greggio La preparazione che ho costruito alle medie è stata completa anche se il metodo qui richiesto esige un affondo decisamente maggiore.

 

Cosa vi manca della vostra ex scuola? 

 

Baboni Vittoria Sicuramente Increscendo. Ho una nostalgia pungente delle riunioni, dei gruppi di lavoro, delle discussioni. Qui i progetti di questo tipo sono molti meno. E mi manca l’approccio che avevano i miei ex professori. Mi aspettavo soprattutto nelle discipline come italiano dinamiche diverse in classe tra docente ed alunni; qui c’è meno interesse al lato psicologico, umano. 

Maffezzoni Christel Molti docenti hanno un approccio quasi universitario, soprattutto quelli di lettere. Ma questo non necessariamente è un male. Forse ci aiuta a capire che abbiamo scelto una scuola seria e che dobbiamo impegnarci al massimo. Anche per me Increscendo è stata un’esperienza che mi ha aiutata molto a maturare. Ho ricordi bellissimi anche del laboratorio di scacchi. Anche qui al liceo tra le proposte pomeridiane c’è un giornale di istituto ma al momento non troviamo spazio per partecipare. E poi ci sembra molto arretrato rispetto al nostro.

Lucrezia Finardi  Rispetto alle medie, cambia molto il pensiero critico, che qui è sempre molto stimolato.  E da questo punto di vista Increscendo mi ha certo aiutata molto a crescere e a pensare autonomamente.

Lucrezia Greggio Increscendo mi ha permesso di maturare e di pensare. Mi mancano i riti del mercoledì, la familiarità che era venuta a crearsi tra di noi in redazione. Adesso possiamo però guardare avanti anche sulla scorta delle esperienze fatte.

 

Quali sono secondo voi i requisiti per poter frequentare con profitto la vostra attuale scuola?

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Baboni Vittoria Lo studio. Il requisito è studiare sempre, con costanza e profondità. Già dal primo giorno ci hanno invitati a camminare con passo spedito per cogliere le opportunità culturali che la scuola offre. Ma nello stesso tempo, ci hanno invitati a coltivare delle passioni extrascolastiche. 

Maffezzoni Christel una delle parole che posso collegare a questa scuola è l’impegno, fondamentale per poter evadere le continue richieste, un giorno per l’altro. Cercando anche di portarci avanti per non affogare. È una bella sfida, e soprattutto un investimento per essere in futuro persone complete e realizzate

Lucrezia Finardi  Diciamo che per descrivere questa scuola una parola è disponibilità al lavoro, ed un’altra è lo spirito di squadra. Facciamo molti lavori di gruppo in cui mettiamo insieme le idee e ci aiutiamo a vicenda

Lucrezia Greggio Un requisito è la tenacia, la convinzione di ciò che stiamo affrontando. 

 

Quali sono i consigli che vi sentite di darci rispetto al modo con cui affrontare quest’ultimo anno di secondaria di I grado? 

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Baboni Vittoria Quello che vi voglio dire è di cercare di vivere questi restanti mesi con spensieratezza, con tranquillità interiore. Senza patemi. non nel senso di disimpegno ma di leggerezza. Riuscire ad analizzare bene l’anno vivendolo con intelligenza e maturità. Quando si arriva alle superiori è fondamentale riuscire a fare un confronto con le medie. Solo la consapevolezza permette questo. Io lo scorso anno ho trascorso gli ultimi mesi a scavare dentro di me, dentro le dinamiche della classe. Questo mi ha permesso di maturare moltissimo. 

Maffezzoni Christel Una delle cose che vi vorrei consigliare è di non focalizzarvi troppo sull’esame. Non sentitevi troppo sotto pressione. Alla fine è stata un’esperienza molto bella e liberatoria. Ripensandoci lo vivrei più come sfida che come pressione. Per sfortuna io non me lo sono goduto appieno, e questo mi dispiace. Quindi la leggerezza, nel senso più bello, è un obiettivo. 

Lucrezia Finardi  Vi consiglio di seguire il cuore e le passioni e di pensare che questi mesi non sono una fine ma un trampolino per un nuovo inizio, evitando troppe ansie. L’esame non è un ostacolo ma una prova di maturità. Come dicono al rugby Viadana “mai mulà”. 

Lucrezia Greggio Vivete quest’ultimo anno senza pesi eccessivi. Godetevi la classe, sfruttatene le positività, cercate di capire il senso di questo periodo. 


 

Una domanda per noi importante: cosa ricordate in particolare della scuola pre-covid? Secondo voi qualcosa è cambiato per sempre?

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Baboni Vittoria Io la ricordo come qualcosa di molto diverso. Più faticosa dello svegliarsi 5 minuti prima della videolezione, con la necessità di prolungare le relazioni dopo lo spegnimento della telecamera. La scuola online ti permette di trovare delle scorciatoie da prolungare anche successivamente, ma non è così. Io mi guardavo intorno e capivo che la situazione era difficile per tutti. Se si fa mente locale ci si rende conto che la situazione non è irreversibile, ma certamente faticosa.

Maffezzoni Christel Ricordo con nostalgia l’approccio diretto con i compagni e con i prof. A metà della seconda media siamo entrati in dad e ci siamo accorti di uno stacco forte di relazioni e di approcci. In molti hanno avuto lacune difficilmente recuperabili. Mia sorella ha trascorso la prima elementare in dad e per lei gli strascichi sono ancora grandi, sia a livello relazionale che dell’apprendimento.

Lucrezia Finardi  Di sicuro quello che manca di più della scuola pre Covid sono i viaggi di istruzione. Nel mio liceo, attualmente non abbiamo la possibilità di fare gemellaggi con le città delle lingue studiate, e questo è molto negativo, essendo un linguistico.

Lucrezia Greggio Io rimpiango il rapporto tra studenti ma soprattutto tra studenti e prof. La dad a metà seconda media ha reso tutto molto difficile. Oggi ritornare faccia a faccia è una grande consolazione che dà uno slancio in più per affrontare il tutto con maggiore confidenza.

 

Quali esperienze della secondaria di Bozzolo vi mancano maggiormente?

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Baboni Vittoria Le lezioni di conversazione, i dibattiti. Alle superiori non si fanno. In quei momenti la classe si trasformava, eravamo maturi e molto uniti, molto critici. Poi mi mancano le assemblee di classe, e la rappresentanza, che ho ottenuto per due anni consecutivi. 

Maffezzoni Christel Anche a me mancano diversi aspetti, come le lezioni di italiano con la prof.ssa Manini. Si parlava tutti insieme e la casse in quel frangente era unita. Le letture poi mi appassionavano. Riguardo ai compagni, ricordo momenti divertenti passati in compagnia, ma anche momenti di caos e di straordinarie prodezze.

Lucrezia Finardi  Mi manca soprattutto leggere in classe. Leggere come appuntamento fisso con un libro affrontato integralmente. Qui leggiamo un capitolo isolato, il resto a casa. 

Lucrezia Greggio Le lezioni di italiano in cui la prof.ssa Manini faceva sembrare la classe ben più bella ed unita di quanto non lo fosse. Tutti intervenivano senza sentirsi giudicati. 

 

Ripensando alle medie, cosa cambiereste del vostro triennio? Cosa non avete apprezzato particolarmente o non avete avvertito così utile?

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Baboni Vittoria Non ho rimpianti particolari, a parte una maggiore tranquillità. Sono complessivamente felice del mio percorso, dove ho potuto svolgere esperienze utili: il giornale, gli scacchi, i progetti a classi aperte, le letture, le discussioni, i film. Tutto mi ha aiutata a crescere e a spiccare il volo. Non ci sono stati aspetti improduttivi o non efficaci.  Ma non tornerei indietro

Maffezzoni Christel Io non vorrei cancellare niente perché sono state un’esperienza fondamentale. Sono stati anni difficili e molto belli. Mi sentivo quasi spensierata con la classe ed i prof. Sono stati anni molto formativi ed utili. 

Lucrezia Finardi  Anch’io. La memoria si fa storia e la storia continua.

Lucrezia Greggio Sono d’accordo. Se non avessi avuto questo percorso non sarei come sono ora. Ci sono stati anche momenti negativi, certamente, ma comunque produttivi di un pensiero di consapevolezza. 

 

Rifareste la stessa scelta della scuola superiore?

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Baboni Vittoria Il mio percorso per la scelta della scuola è stato pieno di cambiamenti. Oggi sono felice della mia scelta. Ci sono altri indirizzi che mi tenterebbero, ma sono convinta del mio presente. Nessun’altra scuola potrebbe darmi quanto mi sta dando questa. Non sono pentita. È il mio posto.

Maffezzoni Christel Se mi aveste posto questa domanda un mese fa vi avrei detto che questa scuola non era adatta a me. Mi vedevo arrancare, in una scuola quasi soffocante. Adesso che sono riuscita a prendere il passo ho capito che è quella giusta, interessante e molto accattivante. Non cambierei.

Lucrezia Finardi  Io faccio una premessa dicendo che la scelta di questa scuola era in me già in prima media. Oggi sono ancora convinta di quell’idea e mi sento bene dove sono.

Lucrezia Greggio Nonostante a volte mi dica che il liceo non sia la scelta per me in quanto ci sono così tante difficoltà che in certi momenti mi travolgono, poi ragiono e penso che in realtà sia la scelta giusta. Con la riflessione mi ricredo.

Marco Bettoni

Emma Fanetti

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