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CENERENTOLA E LE SUE SORELLE

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Ciao a tutti. Siamo i bambini della classe prima A della Scuola Primaria di Bozzolo. Con la maestra Eliana abbiamo scoperto in un laboratorio che non c’è una sola Cenerentola. Abbiamo fatto il giro del mondo con tante scarpe e tante storie in alcuni pomeriggi dopo la scuola. E’ stato un bel viaggio. Eravamo dispiaciuti quando tutto è finito. In questo articolo vi raccontiamo la “Nostra Cenerentola” e le “Altre Cenerentole”.

All’inizio del viaggio non poteva mancare la famosa fiaba della scarpetta di cristallo scritta da Charles Perroult. L’abbiamo scoperta con le carte di un libro gioco e con un bellissimo puzzle.

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CENERENTOLA

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La famosa fiaba della scarpina di cristallo.

C’era una volta un uomo ricco al quale era morta la moglie. Aveva una figlia dolce e buona come la sua mamma. Decise di risposarsi con una donna molto antipatica, noiosa e brontolona. Questa aveva due figlie che purtroppo assomigliavano alla loro mamma. La matrigna, cattiva com’era, aveva cominciato fin dal primo giorno a trattare male la figliastra. Era solo lei che lava i piatti, che spazzava tutte le stanze, che accendeva il fuoco. La chiamavano Cenerentola perché, alla fine dei lavori, si sedeva tra la cenere, in un angolo del focolare. Un giorno un banditore del re annunciò una grande festa in onore del principe, suo figlio che voleva scegliere una amata sposa. Le sorellastre di Cenerentola non stavano nella pelle per la gioia di partecipare al ballo. La matrigna sperava tanto che il principe scegliesse una di loro e aveva impedito a Cenerentola di andare alla festa. Quando le due sorelle uscirono per raggiungere il palazzo del re Cenerentola scoppiò a piangere. Avrebbe tanto voluto andare anche lei al ballo del principe. All’improvviso una fata apparve accanto a Cenerentola. Le disse:<<Stai tranquilla: tu andrai al ballo. Procurati una zucca, cerca due topi e alcune lucertole >>. Cenerentola non capiva, ma corse subito a procurarsi ciò che la fata aveva chiesto. Con alcune parole magiche la zucca si trasformò in una splendida carrozza dorata. Alla guida c’era un cocchiere col cappello. La trainavano due splendidi cavalli bianchi; altro non erano che i topini trasformati per magia dalla fata. Cenerentola si trovò con addosso un bellissimo vestito d’oro e d’argento, ricamato con pietre preziose. Ai piedi aveva un paio di scarpette di cristallo che erano una meraviglia. La fata salutò Cenerentola e le disse:<<Ricordati, devi tornare a casa prima che suoni la mezzanotte, perché a quell’ora l’incantesimo finirà e la carrozza diventerà di nuovo una zucca, i cavalli torneranno a essere topi e i servitori lucertole. Non dimenticarlo!>>

Quando Cenerentola entrò nel palazzo reale, il principe le corse incontro per riceverla: non aveva mai visto in vita sua una ragazza tanto bella e ne fu così colpito che si innamorò di lei. Il principe ballò per tutta la sera con la bella Cenerentola, finchè all’improvviso l’orologio del palazzo suonò la mezzanotte. Cenerentola si ricordò solo in quel momento di ciò che le aveva detto la fata. Smise di ballare, corse verso il portone del palazzo. Inciampò e una scarpetta di cristallo rimase sul tappeto. Il figlio del re era così innamorato di Cenerentola che mandò un banditore e un servo in giro per tutto il paese proclamando a suon di tromba che il principe avrebbe sposato quella ragazza il cui piede calzasse perfettamente la scarpina di cristallo. Tutte le principesse, le duchesse, le dame di corte provarono la scarpetta, finchè venne il turno delle due sorelle di Cenerentola. Fecero il possibile per far entrare i loro piedi in quella scarpa, ma restava sempre fuori un pezzo di calcagno. Cenerentola chiese di provare anche lei la scarpetta. Le sorelle si misero a ridere e a prenderla in giro, ma dovettero ammutolire di colpo quando videro che la scarpina calzava a pennello il piede della bella Cenerentola. E ancor di più le due sorelle rimasero di stucco quando Cenerentola tirò fuori da una tasca la seconda scarpina di cristallo e se la mise all’altro piede. Che gioia per il principe: aveva ritrovato la sua innamorata! La festa di nozze durò tre giorni e tre notti….e vissero felici e contenti.

 

Le “Altre Cenerentole” le abbiamo scoperte anche con l’aiuto della “valigia delle meraviglie”. Nella valigia abbiamo trovato ogni volta degli oggetti, delle immagini di ogni fiaba. Ci siamo divertiti a immaginare che cosa la maestra ci stava per raccontare. 

Buona lettura!

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QUANDO BUDDA PORTAVA GLI SANDALI

 

Cenerentola della Cina e del Vietnam

C’era una volta una coppia di contadini che aveva una figlia di nome Tam, grana di riso. Quando Tam aveva tre anni la madre morì, qualche anno dopo il padre prese un’altra moglie e da questa seconda unione nacque Cam. Anno dopo anno Tam diventava sempre più bella a differenza di Cam. Una mattina la madre diede alle figlie un paniere e ordinò loro di andare a pescare granchi, granchietti e pesciolini nella risaia. Chi avrebbe pescato di più avrebbe avuto in dono un vestito nuovo. Mentre Tam pescava con pazienza, Cam inseguiva le farfalle. Ma quando vide che la sorella aveva la cesta piena di pesci, invidiosa, disse:<< Sei tutta sporca di fango, lavati in quello stagno!>>. Le rubò subito il cestino pieno di pesci e corse a casa. Quando Tam si accorse dell’inganno si sedette su un sasso e pianse. Arrivò Budda che le disse:<< Prendi l’unico pesciolino che è rimasto nella tua cesta e portalo allo stagno vicino alla pagoda, dove ci sono i fiori di loto. Ogni giorno gli porterai qualche chicco di riso>>. Tam andava tutti i giorni allo stagno a trovare il suo pesciolino. La matrigna e la sorella la scoprirono, presero il pesciolino e lo mangiarono. Budda apparve ancora a Tam e le disse di nascondere la lisca del pesciolino in un vaso e di metterlo sotto il letto. Passò un anno. Tam lavorava in casa, cucinava e puliva per la madre e la sorella. Quell’anno ci fu un grande raccolto di riso e fu organizzata una bella festa. Le ragazze prepararono i vestiti migliori. Ma Tam dovette stare a casa perché la matrigna le diede un compito davvero impossibile: contare tutti i chicchi di riso del raccolto! Apparve per la terza volta il Budda. Chiamò uno stormo di passeri a contare i chicchi. Fece poi apparire sotto il letto, vicino al vaso con la lisca di pesce, vestiti magnifici, dei sandali d’oro e un cavallino in miniatura che si trasformò in un vero cavallo. Tam si preparò e corse alla festa sul dorso di quell’animale speciale. Durante il viaggio, attraversando un ponte, Tam perse un sandalo che scivolò nel fiume. Poco dopo, quando il figlio dell’imperatore, con il suo corteo, passò su quel ponte accadde una cosa misteriosa: l’elefante del principe si fermò di colpo e si rifiutò di proseguire. Fu ripescato il sandalo d’oro. Il principe disse immediatamente:<< La fanciulla che ha un piede così piccolo da calzare questo sandalo d’oro sarà la mia sposa!>>.

Tutte le donne del regno provarono a infilare il sandalo, ma solo una ci riuscì perfettamente: Tam, grana di riso.

 

LE BABBUCCE DELLA DOMENICA

 

 

Cenerentola dei Balcani.

Le giovani contadine filavano, cantavano e così sorvegliavano le mucche al pascolo. All’ improvviso si avvicinò loro un vecchio con una barba bianca lunghissima. Disse che, se a qualcuna fosse caduto il fuso nel fiume vicino, la sua mamma si sarebbe trasformata in una mucca. Successe quel fatto alla ragazza più bella, a Mara. La sera, quando tornò a casa, trovò una mucca al posto della sua mamma. Da quel giorno la condusse al pascolo insieme agli altri animali. Dopo un po' di tempo il padre di Mara sposò una vedova che aveva già una figlia molto brutta. Era molto cattiva e trovava ogni pretesto per sgridare la figliastra. La chiamava Cenerentola perché accendeva e puliva il camino ed era sempre sporca di cenere. Una volta le diede una borsa di canapa e le disse:<< Se non riuscirai entro stasera a filare questa canapa è meglio che non torni a casa…>>. La ragazza si mise a piangere perché sapeva che non ce l’avrebbe fatta. La mucca allora, che in realtà era sua madre, le disse di non preoccuparsi:<< Io prenderò la canapa in bocca, la masticherò così dal mio orecchio uscirà il filo e tu lo potrai avvolgere alla rocca >>. Così fecero e ben presto terminarono il lavoro. La matrigna aumentò sempre di più la quantità di canapa e Mara riusciva a filarla tutta. Purtroppo si scoprì che era una mucca ad aiutare la bella fanciulla. Fu uccisa. Mara seppellì le sue ossa sotto una pietra mentre la mamma la rassicurava:<< Quando sarai in difficoltà non dovrai far altro che venire da me>>. Una domenica mattina la matrigna si preparò per bene per andare in chiesa insieme a sua figlia. Prima di uscire disse a Mara:<< Cenerentola, mentre noi andiamo a messa tu raccogli tutto il riso e prepara il pranzo per quando torniamo, se no le becchi!>>. Quando se ne furono andate Mara decise di andare alla pietra dove aveva messo le ossa della madre. Trovò due colombe bianche e uno scrigno pieno di vestiti eleganti e preziosi. <<Mara prendi il vestito che preferisci vai in chiesa, alla messa del mattino!>>, dissero le colombe. << Ai lavori di casa ci pensiamo noi>>. La ragazza si vestì e andò in chiesa. La gente rimase a bocca aperta. Anche il figlio dello zar notò lo splendore di quella fanciulla. Mara fuggì prima della fine della messa. La terza domenica la matrigna e la figlia andarono un’altra volta alla messa e la bella Mara corse a vestirsi con l’abito d’oro. Come sempre, anche stavolta, prima della fine scappò via. Il figlio dello zar la inseguì e fu così che lei, cercando di fuggire, perse la babbuccia del piede destro. Il giovane recuperò la babbuccia e si mise a cercare la fanciulla per tutto l’impero facendo provare la calzatura ad ogni ragazza. Arrivò anche alla casa di Cenerentola. I piedi della figlia della matrigna erano troppo grandi. Improvvisamente un gallo cantò tre volte e avvisò che in quella casa c’era un’altra fanciulla. Mara uscì da sotto il lavatoio. La babbuccia le calzava a pennello. Allora il figlio dello zar la condusse al suo palazzo e la sposò.

 

GLI ZOCCOLETTI D’ORO BENEDETTI DA ALLAH.

Cenerentola del Mondo Arabo.

 

 

Un uomo di mestiere faceva il pescatore. Era sempre triste perché sua moglie era morta lasciandolo solo con una bambina di due anni. Ben presto sposò la vicina di casa che aveva una figlia non tanto bella. La matrigna gelosa cominciò a trattare male la figlia del pescatore e a farle fare i lavori più faticosi. Non le dava il sapone per lavarsi i piedi e i capelli. La mandava tutti i giorni al fiume a prendere il pesce pescato dal padre. Un giorno un pesciolino la pregò di salvargli la vita. Lei lo ributtò nell’acqua, ma quando arrivò a casa suo padre si accorse che mancava il pesciolino rosso. La fanciulla per giustificarsi disse che era uscito dal cestello e si era tuffato da solo. La matrigna la sgridò e le ordinò di ritornare al fiume a cercarlo. Lo trovò immediatamente. Quel pesciolino le donò una moneta d’oro da dare alla matrigna per farla contenta. Passarono le settimane, i mesi, gli anni finché un giorno il mercante della città annunciò una grande festa. Sua figlia stava per sposarsi. Nella festa dell’hennè della sposa le amiche le dipingono le mani, i piedi, le braccia con i rossi disegni dell’henné. Poi si balla, si beve il tè alla menta e si mangiano i dolci della mezzaluna al miele. La matrigna accompagnò sua figlia alla festa e disse all’altra di rimanere a casa a lavare i pavimenti. Ma appena l matrigna se ne fu andata la fanciulla scappò al fiume a chiamare il pesciolino. Lui la ascoltò e le diede tre cose: un pettine d’oro, un paio di zoccoletti d’oro e un vestito di seta verde, ricamato con tanti  fili d’oro e profumato di rose. << Ma ricordati>>, disse il pesciolino, << devi andare via dalla festa prima della tua sorellastra. Quando la ragazza arrivò alla casa del mercante tutti si fermarono, colpiti da tanta bellezza e si girarono per ammirarla. La matrigna non la riconobbe. Ricordandosi quello che le aveva detto il pesciolino, la ragazza scappò prima che la festa fosse finita attraversando un ponte sul fiume che scorreva accanto ai giardini del re. Uno zoccoletto le cadde nel fiume. Fu trasportato dalla corrente fino a uno stagno dove il principe abbeverava il suo cavallo. Un giorno scorse tra il fango una cosa lucente. <<Allah grande e potente! Di chi può essere questo zoccoletto d’oro? Come desidero conoscere la fanciulla capace di calzare lo zoccoletto!>>. La madre del principe entrò in alcune case del paese. Niente, niente! Non c’era una ragazza capace di calzare lo zoccoletto d’oro. A tutte andava troppo stretto. Quando la regina arrivò alla casa del pescatore trovò solo la figlia della matrigna con i vestiti più belli. La figlia del pescatore era nascosta nel forno dove facevano cuocere il pane. Mentre la regina stava provando lo zoccoletto alla figlia della matrigna, il galletto della vicina fece un salto e cominciò a cantare:

<<Chicchirichì, chicchirichì,

fate sapere alla moglie del re 

che quella brutta la mettono in mostra

e quella bella la tengon nascosta>>.

La regina, avendo sentito tutto, ordinò che si frugasse tutta la casa e fu così che saltò fuori dal forno la bella fanciulla, la figlia del pescatore coperta di cenere. Lo zoccoletto fu calzato dal suo piede così perfettamente che la regina disse:<Questa fanciulla sposerà mio figlio, il figlio del re!>>.

La figlia del pescatore sposò il principe, Allah li benedì dando loro sette figli belli come sette pesciolini rossi.




 

Un giorno ci siamo seduti in cerchio e abbiamo parlato insieme delle 

“Altre Cenerentole”.

 

Camilla:<< Tutte le Cenerentole che abbiamo conosciuto erano delle belle ragazze e avevano una bella famiglia. Anche io ho una bella famiglia che mi vuole bene>>. 

Marika:<<Le mamme delle diverse Cenerentole muoiono tutte. Per fortuna sono sempre vicine alla loro bambina. Si trasformano anche in qualcosa di magico>>.

Sebastian:<< Le Cenerentole sono buone e sono sgridate sempre dalle matrigne. Loro però non hanno mai brontolato!>>

Niccolò:<< In tutte le fiabe c’è sempre qualcuno che vuole da Cenerentola delle cose impossibili. Per forza c’è sempre un aiutante! Non è possibile contare tutti i chicchi di riso del raccolto, uno diventa matto a filare tanta canapa!>>

Beatrice:<< Tutte le Cenerentole non possono andare ad una festa anche perché sono povere. Non hanno un vestito bello>>.

Giada:<< Io ho immaginato il vestito verde con i fili d’oro della Cenerentola del Mondo Arabo. Pensate che profumava di rose. A casa io l’ho disegnato sul mio quaderno dei disegni>>.

Luca:<< Tutte le Cenerentole non hanno le scarpe adatte per andare alla festa. Chi le aiuta fa un bel regalo>>.

Flavius:<< Tutte le scarpe sono diverse. In ogni fiaba ci sono le scarpe che portano le persone in quel paese. Nel mondo dei Balcani ci sono le babbucce. Io sono stato in Romania e le ho viste>>.

Matilda:<< A me piacciono le scarpe di cristallo. Mi piacerebbe averle. Bisogna stare attenti perché si possono rompere>>.

Lorenzo:<< Tutte le Cenerentole sono state brave a ubbidire. Sapevano bene quando dovevano tornare a casa. Se non lo facevano finiva la magia e si rovinava tutto. Non potevano rischiare!>>

Marta:<< Le Cenerentole perdevano il vestito bellissimo. Tutte hanno perso una scarpa per la fretta! Per fortuna il principe aveva una scarpa di Cenerentola! Senza la scarpa non poteva trovare la ragazza che amava>>.

Cristian:<<Tutti i principi nelle fiabe di Cenerentola hanno trovato delle scarpe speciali e molto preziose>>.

Andrea:<< Tutte le Cenerentole hanno sposato il principe e sono diventate ricche>>.

Vanessa:<< Anche io voglio sposare un principe!>>


 

Carissimi amici la nostra conversazione è stata preziosa perché abbiamo capito come fare per inventare una diversa fiaba di Cenerentola. Con una votazione abbiamo deciso che doveva essere la Cenerentola dell’America. Tutti noi vogliamo andare in America quando saremo grandi. 

Buona lettura!

 

I SANDALI CON LE CONCHIGLIE PREZIOSE.

Cenerentola dell’America

C’era una volta una famiglia di contadini che viveva in una grande fattoria sull’Isola Della Luna che si trovava vicino alle coste dell’America. Lucia aveva una mamma e un papà speciali, era una fanciulla felice, amava tantissimo il mare. Purtroppo quando Lucia ebbe sei anni perse la mamma. Si era ammalta gravemente. Il papà ogni pomeriggio andava sulla scogliera al tramonto del sole. Guardava il cielo e salutava la sua sposa. Un giorno incontrò una bella signora che diventò, dopo qualche anno, la seconda moglie. Nella nuova famiglia di Lucia c’erano anche una sorellastra brutta, cattiva e molto pigra.

Una mattina la matrigna, che odiava la figliastra, ordinò a Lucia di nuotare fino alla Grotta Azzurra e di raccogliere sul fondo del mare l’Alga Saporina. Le disse che cresceva solo in quella grotta e la minacciò di non tornare a mani vuote. Lucia obbedì, ma non trovò nulla. Nel fondo del mare incontrò pesci bellissimi, tanti coralli, ma nessuna alga. Che inganno! Si sedette su uno scoglio e cominciò a piangere. Una simpatica balena entrò nella grotta e guardò negli occhi Lucia. Aprì la bocca e con un colpo di tosse gettò sullo scoglio proprio un mazzo di Alga Saporina. Lucia la ringraziò tra le lacrime e tornò a casa. La matrigna stupita cominciò a pensare ad altre richieste per mettere in difficoltà Lucia. Chiedeva di raccogliere altre alghe inventando dei piatti da cucinare. La ragazza era tranquilla. Si precipitava a cercare le alghe richieste e aveva l’aiuto della simpatica balena. La matrigna obbligava anche Lucia a pulire tutte le stanze della fattoria. La sorellastra la chiamava Cenerentola perché indossava sempre un vestito grigio come la cenere.

Un giorno il macellaio del paese organizzò la “FESTA DEI SALAMI”. Il figlio voleva scegliere la sua sposa. Tutte le fanciulle dell’isola furono invitate. La figlia della matrigna indossò l’abito più bello che aveva, si preparò con grande cura. Suggerì alla sua mamma di impedire a Lucia di partecipare alla festa. Detto fatto Lucia quel giorno ricevette un compito davvero impossibile: contare tutti i chicchi delle pannocchie di granoturco che erano cresciute nell’isola che dovevano trasformarsi in popcorn. Lucia andò in riva al mare e cominciò a piangere. Arrivò subito davanti a lei la simpatica balena e la guardò negli occhi. Con il suo spruzzo d’acqua chiamò i gabbiani che abitavano sull’isola. Con il suo canto ordinò a tutti di contare i chicchi di granoturco che si trovavano nei campi. Poi aprì la bocca e con un colpo di tosse gettò sullo scoglio un vestito dorato con un arcobaleno brillante sulla gonna, un paio di sandali ricoperti con le più preziose conchiglie del mare. Lucia sbalordita ascoltò il secondo canto della balena. Le disse di correre alla festa, ma di tornare a casa, in quella notte di luna piena, all’alba, al sorgere del sole. Lucia ballò tutta la notte con il figlio del macellaio. Tutti gli invitati erano rimasti colpiti da tanta bellezza. Nessuno aveva riconosciuto quella ragazza. Arrivarono i primi raggi del sole. La fanciulla misteriosa improvvisamente scappò. Nella fretta un sandalo si sfilò dal piede. Non c’era il tempo per riprenderlo. Lo raccolse il figlio del macellaio triste per aver perso quella fanciulla che amava già alla follia. Incontrò tutte le fanciulle dell’isola e provò a ciascuna il sandalo. A tutte andava stretto. Quando arrivò nella fattoria di Lucia provò il sandalo solo alla figlia della matrigna. Il suo piede non entrava. 

Improvvisamente arrivò Lucia davanti al figlio del macellaio. I gabbiani l’avevano liberata con un tappeto volante perché era stata rinchiusa in soffitta. Lucia indossò perfettamente il sandalo e diventò la sposa del figlio del macellaio. Il matrimonio fu celebrato sulla spiaggia. Tutti sull’isola parteciparono alla festa che durò tre giorni.

 

Fiaba ideata da:

Hiba, Matilda, Niccolò, Camilla, Marika, Lorenzo, 

Vanessa, Giada, Luca,

Sebastian, Marta, Andrea, Cristian, Flavius, Beatrice 


 

I bambini della classe IA

Scuola Primaria di Bozzolo

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