LA SCUOLA CHE VORREI
La scuola ci aiuta a capire chi siamo, cosa vogliamo
dalla nostra vita e quali sono i nostri obiettivi. Ci
mette difronte a scelte e possibilità che noi dobbiamo
decidere se accettare o meno. Ci prepara, e poi ci mette
alla prova. Qui veniamo preparati per la vita futura,
affrontiamo una difficoltà dopo l’altra attraversando
momenti felici e momenti difficili, ci si diverte o ci si
dispera. E si impara. A scuola veniamo messi in condizioni
diverse che ci aiutano a capire le nostre emozioni,
i nostri bisogni ed esigenze. Dobbiamo riuscire a
convivere con persone molto diverse caratterialmente
che per noi hanno più o meno autorità come professori,
la preside o i nostri compagni.
La scuola può essere divertente, noiosa o complicata.
Può essere un luogo di incontro o di paura, come lo
spiega Enaiatollah Akbari, il protagonista del libro “Nel
mare ci sono i coccodrilli” che abbiamo letto come lettura estiva. Per Ena la scuola è momento d' incontro perché lo mette a contatto con realtà che lui non conosce attraverso lo studio, ma diventa momento di paura quando i talebani arrivano ad uccidere il maestro stesso per chiudere la scuola da loro ritenuta negativa per la loro forma di governo. Questo perché la scuola forma gli adulti di domani e, solo partendo dall’istruzione si può creare un società migliore. Penso che la cosa peggiore di questa ideologia sia l'interpretazione estremista del Corano, un testo sacro, che porta, anche a considerare inferiori tutti quelli che non sono di razza pastum o di fede sciita. E’ strano da immaginare una cosa simile, eppure è ciò che succede non molto lontano da noi e che ignoriamo da troppo tempo. Il motivo di questi disagi è anche colpa dei tanti invasori che hanno conquistato e riconquistato il territorio senza preoccuparsi di rispettare la cultura e le origini delle persone e portando sempre più diversità in Afghanistan, un Paese già stremato dalla povertà, portandolo ad un punto di non ritorno.
Nella seconda lettura delle vacanze estive, invece, c’è una realtà scolastica completamente diversa. Tom è un ragazzino del Nord America con un carattere irrequieto sempre pronto a cacciarsi nei guai che odia la scuola perché la reputa noiosa. A differenza di Enaiatollah Tom ha tutte le comodità di cui un ragazzino dovrebbe usufruire: vive vicino all’edificio scolastico e ha una condizione economica che gli permette di studiare. Sawyer è la rappresentazione di tutti quei ragazzi che, pur avendo tutte le possibilità per andare a scuola, preferirebbero non andarci. Questo perché doversi svegliare ogni giorno la mattina presto, fare i compiti, seguire le lezioni, ecc.... è complicato e faticoso. E non sempre si è abbastanza motivati per farlo anche se è indispensabile. Tom, però, ha uno svantaggio che noi fortunatamente non abbiamo: la scuola che frequenta è noiosa e non adatta ad un ragazzino sempre pronto a cogliere nuovi stimoli. Il professore non ama il suo lavoro e, per questo, fa fatica a trasmettere l’amore per la sapienza ai suoi studenti accontentandosi di uno studio a memoria che scompare velocemente dalla mente di qualsiasi bambino.
Nel film storico “Lezioni di Sogni”, si ha una realtà ancora più diversa: complicata perché la scuola viene usata dal potere politico per formare dei futuri militari disposti a tutto per difendere la Nazione, con gli stessi ideali e lo stesso pensiero politico cioè portare il loro Paese, la Prussia, ora Germania, ad essere la nazione predominante in Europa.
C’è una scena del film che mi ha particolarmente colpito: un bambino in carne viene obbligato dall’insegnante a svolgere gli stessi esercizi che possono essere svolti correttamente solo da persone allenate. L’insegnante quando il ragazzo finisce la prestazione scuote la testa disgustato. Ciò dimostra che in quella società ogni persona doveva sviluppare le stesse capacità indipendentemente dai punti di forza o meno di una persona. Il rivoluzionario insegnate di inglese che arriva nel collegio, invece, punta sulle capacità individuali dei ogni studente per farli arrivare tutti allo stesso livello utilizzando strade diverse. Con un insegnamento “rivoluzionario”, che lo mette in contrasto con la dirigenza e alcuni genitori, riesce ad ottenere una classe unita e la parte migliore di tutti i ragazzi a cui insegna.
Le due letture estive e il film mi hanno fatto riflettere su quanto io sia fortunata ad essere nata nella “parte giusta del mondo” e nel periodo giusto. In Prussia la maggior parte delle donne non aveva un’istruzione e il loro unico scopo nella vita era il matrimonio. “Nel Mare Ci Sono I Coccodrilli” la storia è simile, ma in più c’è il pericolo dell’andare a scuola, non sai mai se trascorrerai un altro giorno fra quelle mura e ti sforzi per vivere ogni probabile ultimo giorno di scuola come se fosse veramente l’ultimo. A me non piace molto andare a scuola, preferirei stare a casa a guardare la tv eppure dopo questa esperienza penso di aver cambiato il mio modo di rapportarmi all’istruzione. Ho iniziato ad apprezzare ciò che ho e a cercare di cogliere l’essenza di ogni lezione.
Se io potessi scegliere cosa abolire o aggiungere nella mia scuola per migliorare e facilitare il mio progresso scolastico aggiungerei una biblioteca in cui poter entrare anche al di fuori degli orari di lezione, un apprendimento scolastico che si basi su una didattica più moderna, più aperta, che ti mette a confronto con le realtà attuali e con il territorio che ci circonda. Penso ad un orario diverso che non includa anche il Sabato mattina e che permetta agli alunni la possibilità di creare gruppi che seguano precise materie per sviluppare le passioni dei ragazzi, ma che allo stesso tempo lasci loro la possibilità di fare sport e avere altri interesse al di fuori della scuola. Probabilmente la mia idea di scuola è un po’ condizionata dalle scuole che si vedono nei film americani. Tra qualche mese invece dovrò scegliere una scuola italiana e non ho assolutamente idea di dove potrò trovare l’edificio che mi aiuterà a realizzare il mio sogno: viaggiare per il mondo e raccontare agli altri quello che succede anche nei posti più lontani dalla normalità.
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Giorgia Maroli
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