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LA SCUOLA CHE VORREI

Per il professore Koch, protagonista del film “Lezione di sogni”, il sogno di portare il calcio in Germania, nel diciannovesimo secolo, e di far cambiare la mente di venti ragazzi è un vero progetto. In Inghilterra il calcio era uno sport seguito ed apprezzato anche nelle scuole, mentre in Germania era sconosciuto e quando il nuovo professore di inglese Koch lo inserisce nelle sue ore trova la disapprovazione sia da parte degli altri insegnanti sia da parte di alcuni alunni e genitori. Infatti nonostante tutte le difficoltà a causa di Hartung (alunno, figlio di un ricco finanziatore della scuola) o degli altri insegnanti, loro si ritrovavano comunque per giocare a pallone applicando i moduli appresi in classe. Io ho voluto accomunare questo suo progetto alla mia strada scolastica, che l'anno prossimo cambierà direzione. A mio parere, il professore ha avuto un gran successo perché, non solo è riuscito a convincere tutti i ragazzi, ma è anche riuscito a convincere il giovane Hartung, il quale era totalmente contrario a questo gioco in quanto considerato da lui e da suo papà un “gioco da barbari”. Di Koch mi ha impressionato molto il fatto che abbia aiutato sin da subito un ragazzino diverso dagli altri, più piccolo e povero, e quindi emarginato, mettendo persino in gioco il suo lavoro e ostacolando le idee degli altri prof. Questo è quello che per me la scuola deve fare: offrire a tutti la possibilità di migliorare.

Da questo film ho capito ad esempio che si può apprendere non per forza con gli stessi metodi, ma ogni insegnante può far capire ad un ragazzo un concetto con un proprio metodo, ciò che non facevano gli insegnanti di quella scuola. Una scuola monotona.

Se il prof è riuscito a cambiare l'idea di alunni “addestrati” per anni ed anni ad un certo modo di comportarsi e di apprendere perché noi non potremmo raggiungere i nostri obiettivi, talvolta molto fantasiosi? Ci vogliono solo impegno, costanza e voglia di fare, voler portare al termine il proprio progetto. Per fare tutto questo dobbiamo iniziare a capire chi siamo, mettendo alla prova le nostre abilità, nella speranza di poter contare su insegnanti come Koch.

In questi mesi io dovrò scegliere la scuola che vorrò frequentare e le idee sono ancora piuttosto confuse: so però che nella scuola in cui andrò ci dovranno essere sia lezioni teoriche che pratiche perché sono dell'idea che mettere in pratica o applicare i concetti faciliti l'apprendimento.

Mi aspetto degli insegnanti che facciano interagire nella lezione gli alunni e che ci rispettino come persone, cercando di tirar fuori il meglio di ognuno di noi, proprio come fa Koch con il ragazzo cicciottello, messo in porta perché fisicamente non era in grado di correre.

Infatti, nella Germania del 1874, l'istruzione era molto dura, gli alunni erano quasi considerati “cani”, venivano addestrati secondo gli ideali tedeschi di quell'epoca, mentre il professore aveva un modo completamente diverso di insegnare, che io preferisco: un modo semplice, in cui gli alunni possono interagire nella lezione senza avere paura di essere giudicati o bacchettati per aver detto qualcosa di sbagliato. Noi a volte ci lamentiamo di andare a scuola, dell'obbligo di dover andare a scuola, ma non proviamo mai a pensare alle differenze tra la scuola d'oggi e quella del passato, sono due mondi opposti.
 

Lo squilibrio non c'é solo nel confronto tra passato e presente, ma anche nel presente stesso .

Penso, ad esempio, all'istruzione di oggi in Europa in confronto a quella in Afghanistan, nella storia di Enaiatollah Akbari. Lì la scuola è il sogno di migliaia di bambini, qua invece tanti la sopportano, la sentono come un dovere e ne farebbero volentieri a meno. Enaiat ha capito cosa si prova a passare l'infanzia senza un'istruzione, crescere ignorante, senza poter scegliere il proprio futuro.

La vicenda di Tom Sawyer mi presenta la situazione opposta, il ragazzo a scuola ci va malvolontieri e solo se costretto, questo perché, secondo me, non ha provato quello che hanno provato e provano migliaia di ragazzi che non hanno la possibilità di andare a scuola, in particolare le ragazze.

Noi non sempre ci rendiamo conto di avere tutto a nostra disposizione, di essere nati in una zona del mondo in cui la scuola e la libertà di pensiero sono dei diritti.

Vedendo questo film e leggendo questi due libri ho capito che le possibilità di andare a scuola e di esprimere la propria opinione sono dei grossi privilegi che mi aiuteranno a crescere libero in un paese “libero”.

Io quest'anno voglio mettermi in gioco per capire le mie capacità e svilupparle, il pensiero di essere già alla soglia delle scuole superiori mi fa capire che il tempo vola e che quest'anno ci “devo dare dentro” se voglio arrivare alla scuola superiore pronto e preparato.

Ma il mio sogno nel cassetto resterà sempre diventare un calciatore professionista, anche attraverso una scuola seria, e per “seria” intendo una scuola in cui si riesca a conciliare studio, apprendimento e attività sportive attraverso metodologie sempre più moderne.

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Daniele Petroselli

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