LA MIA SCOMMESSA AL FUTURO
Quest'anno abbiamo pensato di fare qualcosa di diverso dalle altre edizioni. Le interviste ai sindaci erano diventate ormai ripetitive, perciò ci siamo domandati chi altro potessimo intervistare... Gli intervistati quest'anno sono gli assessori alla cultura!
Questa è l'intervista a Cecilia Gialdini.
La ringraziamo infinitamente per il tempo che ci ha concesso e per tutte le risposte da lei date.
Ci incuriosiva molto comprendere meglio la sua figura di assessore nell’Amministrazione pubblica del nostro comune, la sua funzione, il suo rapporto con il paese e con la gente che lo abita.
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1. In due parole, può raccontarci la sua formazione? La scuola che ha frequentato, il suo titolo di studio, la sua professione attuale…
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"Parto con una precisazione. L’assessore non è un lavoro ma un servizio alla comunità. Quando ho intrapreso il mio percorso di studi non sapevo che in futuro avrei fatto questo. Sono una scout, quindi con il motto “pronta a servire” in testa. Ho frequentato le elementari e le medie a Bozzolo, ho percorso i vostri stessi corridoi e qualche vostro attuale insegnante è stato, all'epoca, anche il mio.
Poi ho frequentato il Liceo Scientifico Aselli di Cremona con indirizzo matematico e fisico. Dopo cinque anni di studio, ho però capito che il mio vero interesse erano le materie umanistiche, non quelle scientifiche, e mi sono iscritta alla Cattolica a Milano. Mi sono specializzata anche in storia e mi sono poi iscritta a Scienze religiose a Mantova. Il mio sogno era fare la docente, e finalmente lo sono.
Quasi 5 anni fa ho accettato di candidarmi accanto al Sindaco Torchio. Ho iniziato un percorso non semplice in quanto nessuna scelta bella è scontata. Ma l’impegno e la difficoltà conducono alla bellezza. Il ruolo non è sempre piacevole. Ci sono fatiche e sconforti, soprattutto quando non viene riconosciuto il proprio sforzo o quando ci sono critiche inutili. Ma la soddisfazione del darsi da fare e spendersi per gli altri è impagabile. “Chi sa fa e chi non sa insegna” era un motto della mia docente di filosofia. L’ho provato su di me, provando a mettermi in gioco. "
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2. Quanto ha inciso la scuola nel fare di lei ciò che adesso è?
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"Totalmente. Anche altre esperienze formative, come gli scout, ma la scuola, con i prof e i compagni, le discussioni, le sfide raccolte sui banchi... mi hanno costretta, talvolta anche controvoglia, a riflettere su me stessa e su ciò che io intendo per comunità, per paese, per politica. La scuola è un tassello fondamentale per capire chi si è e chi si vuole diventare. "​
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3. Le è mai capitato di venir sottovalutata o criticata o non venir riconosciuta?
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"Tante volte. Capiterà, e sarà capitato, anche a voi. È normale che non tutti apprezzino quanto si fa, per invidia o per scarsa comprensione di un percorso. A volte avverto molta minimizzazione rispetto ad un lavoro spesso meticoloso alle spalle di una decisione, di un’iniziativa. Sicuramente fa male e si soffre, ma secondo me vale sempre la pena di arrivare a fine giornata con la coscienza a posto. Questo è molto importante e mette in pari le cose. Le critiche assumono la giusta prospettiva. Se poi ci sono critiche costruttive, pur nella difficoltà, ne sono grata. Mi danno la possibilità di pensare e ripensare al meglio il mio lavoro. "
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4. Cosa le ha fatto decidere di impegnarsi politicamente per il suo paese?
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"Varie questioni. Una sfida con me stessa. Prima la mia sfida era dentro all’oratorio, non conoscevo affatto le dinamiche comunali, volevo mettermi alla prova. Ed un senso di insoddisfazione personale come cittadina, rispetto alle cose che non mi piacevano. Volevo avere risposte diverse al non mi piace ma non ho mai fatto nulla per cambiare. Questo mi ha permesso di capire cosa è possibile, con impegno, cosa è meno facile. Sono abbastanza orgogliosa di quanto nel tempo abbiamo raggiunto."
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5. Di cosa si occupa concretamente un assessore alla cultura e all’istruzione? A quali progetti lavora? Come prende le decisioni?
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"Il ruolo dell’assessore è di affiancare il sindaco nelle ramificazioni del suo agire. Io mi occupo di scuola e di istruzione, anche per formazione. Intrattengo rapporti con la vostra Dirigente. Concordo decisioni volte al benessere degli alunni, al miglioramento dell’offerta formativa delle scuole del comune. Sono partita da ciò che era stato fatto, ho cercato di vedere se si potessero implementare i servizi. La macchina comunale è complessa, lenta, non sempre chiara. Il primo anno mi è servito per imparare le regole del gioco. Da una scelta o una proposta occorre poi passare dalla giunta, dal Consiglio Comunale, da un’approvazione che ha bisogno di tempo. Spesso dall’esterno non è chiaro. Si vogliono risposte immediate. E poi c'è il discorso dei soldi. Ogni idea deve trovare un'adeguata copertura economica, deve essere finanziabile. Vincere un bando permette di raccogliere soldi per progetti. Un esempio sono i CRED estivi, servizi che consentono alle famiglie di portare i bambini ad attività educative. Dietro ogni scelta c’è un lavoro di mesi, di ricerca, di organizzazione, di tessitura. Anche l’anno scolastico viene affiancato con i fondi del diritto allo studio che il comune sostiene, pianificando con la scuola fin da giugno. Poi, lo spicciolo; riscaldamento degli edifici, la pulizia dei locali, l’illuminazione, il trasporto..."
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6. Quali sono a suo avviso i bisogni che avverte particolarmente forti nel suo Comune?
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"Ci sono vari gradi di bisogni. Ce ne sono alcuni più immediati, strutturali. Ma credo che il punto debole sia quello sociale, le condizioni di fragilità socio-economica, psicologica, lavorativa. Il Comune interviene per il 75% del proprio bilancio. Per il resto rimane davvero poco. Questo disagio si sta sempre più allargando, per tante ragioni. Sicuramente la pandemia non ha aiutato, ma la mancanza di educazione, di coltivare se stessi, ha portato molti a non riconoscere i rischi che la vita ci pone davanti. A non pianificare e a non fare da sé. L’investire sulla scuola è una prevenzione necessaria. Credere nella sua opportunità, nei progetti a lungo termine dei docenti. Fidarsi dei docenti e della loro competenza. Ad esempio nella strutturazione di un’aula 2.0, nei trasporti, nei laboratori del pomeriggio. Diversamente, questi ragazzi starebbero fuori. La scuola sta facendo una proposta alternativa."
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7. Quali sono i progetti che come Comune avete in previsione in ambito culturale? Perché li avete scelti?
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"Uno si sta realizzando ed è la costruzione della biblioteca. Un edificio di idee bellissime, dal design rivoluzionario, situato accanto alla scuola nel palazzo dei principi. Speriamo che possa essere un luogo sfruttato innanzitutto da voi ragazzi. Si sta concludendo, i lavori grossi sono ultimati. Ora siamo all’arredo. Poi c’è un altro aspetto legato ai servizi ausiliari della scuola: pre-scuola, post-scuola, CRED. Le suore dal prossimo anno smetteranno il servizio di aiuto pomeridiano e quindi rimane scoperto un anello debole a cui il Comune non può sottrarsi. Una macchina complessa. Dovremo trovare educatori, insegnanti, persone che possano organizzare il loro tempo con attività di compiti e ricreative. Poi, cosa non secondaria, trovare i soldi. Il grosso del lavoro di un assessore è spesso fatto in silenzio, in umiltà. Senza fuochi artificiali. Spero che alla lunga tutto questo paghi."
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8. Il suo lavoro ha come protagonisti soprattutto i giovani. Come immagina il futuro del suo Comune tra 15 anni, quando cioè noi ragazzi saremo giovani uomini e donne? Quali speranze ha verso la nostra generazione? Quali consigli sente di poterci dare?
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"Il mio consiglio può essere spassionato e scontato: studiate. Non solo l’idea di prendere titoli accademici. Appassionatevi di qualcosa, cercate la profondità. Viaggiate con lo spirito di scoperta, di apprendimento, di ricerca. Leggete. Nei libri trovate il senso e la chiave del rispetto dell’altro e di voi stessi, e la chiave di un linguaggio per capire ed essere capiti. Vi permetterà di difendervi e di essere cittadini buoni e capaci. Di incapaci ce ne sono già tanti. E poi siate pazienti, perseveranti. Spendetevi per gli altri. Io non farò in tempo a vedere come assessore la fine di questi servizi avviati. Ma sono contenta di aver posto il mio seme. Per il lavoro ben fatto, per il senso di comunità. Quando nei libri di storia si studia di personaggi esemplari che hanno anche dato la vita per la propria idea, questo è un monito che ci deve interrogare. Ed ispirare. "
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Ecaterina Gidioi