IL MIRACOLO DI UNA MANO TESA
Durante le ore di matematica ci siamo occupati di un argomento molto importante nella vita quotidiana dell’uomo: la solidarietà. Essa è un atteggiamento spontaneo che avviene fra gruppi di persone basato sui pilastri della condivisione, della giustizia, della fratellanza, dell’aiuto e supporto reciproco e della collaborazione. È necessaria per creare ambienti di benessere e di serenità, anche in grandi Stati. Nella Costituzione italiana, per esempio, ci sono alcuni diritti considerati solidali perché hanno come obiettivi la libertà e l'eguaglianza. L’articolo 2 declama, infatti che non esiste repubblica se non vengono rispetti i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Ciò significa che nella nostra tipologia di governo è necessario che le persone si rispettino fra loro seguendo la legge italiana senza imbrogli e bugie, a livello economico per garantire prosperità al Paese e una vita dignitosa a tutti. Dovere inderogabile è anche la solidarietà sociale che ha come fine prendersi cura degli altri per rendere gli uomini più uguali. Il nostro Paese si impegna ogni anno a tale scopo organizzando le mense dei poveri di Natale che servono per regalare a persone sole senza una famiglia, senza una casa o senza un pasto caldo un momento di felicità natalizia dove ognuno aiuta l’altro.
Penso che la solidarietà sia anche condividere idee, propositi e cercare di raggiungerli insieme con impegno costante e fatica. E’ saper rinunciare ad alcuni nostri piaceri per permettere a tutti di stare bene, è impegnarsi per l’altro e per il suo benessere. Spesso è difficile fare ciò: rinunciare ad alcune nostre agevolazione per gli altri. Ed è anche negativo in un certo senso rinunciare alle possibilità, ma quando ci rendiamo conto che l’altra persone è in situazione molto grave penso che bisogna cercare di fare il possibile perché nessuno è abbastanza “bravo” per poter permettersi di decide del futuro degli altri.
Anch'io, ammetto, spesso faccio fatica a condividere mie idee perché non voglio che i miei compagni prendano il merito per una cosa che ho pensato io. Ho, però, capito che se più persone lavorano per lo stesso obbiettivo creano progetti migliori perché, più menti equivalgono a più fantasia, più idee e più creatività.
Questo l’ho potuto sperimentare, inoltre, partecipando all’attività scout. Essi basano i loro valori sulla solidarietà e sull’aiutare il prossimo. Infatti, la promessa che ogni esploratore recita prima di poter entrare a far parte ufficialmente del gruppo riporta la frase: “per aiutare gli altri in ogni circostanza”. Lo scout promette di essere sempre a disposizione degli altri, di aiutare, di essere “amico di tutti” e di essere leale. Si impegna per dare del suo meglio in ogni circostanza. Proprio per questi motivi la solidarietà fa parte della vita di uno scout che non lo è solo durante le attività, ma in tutta la sua vita.
Io ho fatto la promessa l’anno scorso e mi sento vincolata da questo giuramento. Penso che una persona non debba essere solidale verso il prossimo solo se “obbligata”, ma lo debba essere anche per un bisogno quasi morale. Penso che vedere persone come te, ovvero tuoi simili soffrire e non fare niente per impedirlo sia una sensazione e azione orribile. Essere solidali non significa soltanto aiutare, ma anche cercare di capire i bisogni delle altre persone e comprendere i loro disagi. La solidarietà ci mette tutti sullo stesso piano, ognuno con le proprie debolezze e paure, con i propri pregi e difetti. Ci unisce. L’uomo aiuta l’altro vincolato da una umanità interiore molto più profonda della nostra ragione. E’ nella nostra natura cercare di aiutare il nostro simile in difficoltà come una falena è attratta dalla luce. Anche piccoli gesti, come aiutare la mensa dei poveri del nostro Paese, occuparci di un animale ferito fanno di noi persone solidali pronte ad aiutarci a vicenda.
Una episodio scout di solidarietà che mi ricordo particolarmente è quando il parroco è arrivato nella nostra sede con molti calendari 2022 della Chiesa e ci ha chiesto di consegnarli nelle varie case. Rispettando le norme Covid ci siamo divisi il materiale per squadriglie (i gruppi in cui siamo divisi) ed ognuna di esse si è occupata di una zona in particolare. Io faccio parte delle “Camaleonti” e con i pantaloncini della divisa e un freddo glaciale siamo andati a regalare i Calendari nelle case. Suonavamo al campanello, chiedevamo alle persone se erano interessate e le auguravamo “Buone Feste” o “Buon Natale”. Ci siamo divertiti molto!
Mi è piaciuto molto portare i doni nella varie case perché siamo riusciti a incontrare alcune persone anziane che per paura del Covid escono raramente dalle loro abitazioni e noi abbiamo portato loro un po’ di gioia e speranza.
Un altro gesto solidale che mi ricordo particolarmente è la tradizione del grest di andare nelle varie case per chiedere pasta, biscotti secchi e altri alimenti che si auto conservano. Il ricavato viene poi dato alla San Vincenzo di Bozzolo che si occupa di portare i doni ai più poveri del Paese e ancahe l dove la fame e la desolazione sono alte. Noi ragazzi prendiamo il gioco come una sfida e alla fine della raccolta pesiamo i nostri carrelli e decretiamo il vincitore. Penso sia una bella iniziativa perché chiunque col suo volontariato pensa anche al bisogno altrui.
Le due situazioni sono diverse, ma hanno lo stesso scopo: portare solidarietà. Se nel primo caso gli scout si sono messi al servizio della Parrocchia portando un po’ di felicità e gioia nelle persone più sole, nel secondo ci si è occupati del bisogno materiale dei più poveri.
La mia ambizione più grande è quella di diventare giornalista di guerra, non solo per denunciare le ingiustizie del mondo, ma anche per entrare a contatto con persone con culture diverse, capire la loro storia, le loro abitudini e aiutarle. Mi affascinano le diverse civiltà con le loro caratteristiche e vorrei studiarle e capirle in futuro. Spero di riuscire a coronare il mio sogno e portare sempre più solidarietà nel mondo per garantire alle persone uno stile di vita migliore.
Giorgia Maroli