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L'INDICIBILE

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Con la Giornata della Memoria ricordiamo il genocidio degli Ebrei, degli oppositori politici e degli omosessuali. Gli alunni di terza hanno voluto rappresentare quello che è accaduto negli anni 1939-1945 al popolo ebraico utilizzando alcuni simboli: un mucchio di scarpe abbandonate appartenute anche a bambini, valigie aperte e velocemente svuotate, binari che conducono al campo di concentramento di Auschwitz, un pannello con attaccate foto di persone che hanno vissuto nei campi di sterminio e persone che oggi stanno soffrendo sperando in una vita migliore. Guardando queste foto mi chiedo come fosse la loro vita, che persone fossero, che lavori facessero e che giochi facessero i bambini prima di essere deportati. Mi chiedo anche se fossero state persone buone. Penso che nessuno si sia fatto queste domande e che gli ebrei siano stati imprigionati e probabilmente uccisi solo perché “ebrei”. Io, senza le mie scarpe, non posso andare da nessuna parte, a loro sono state tolte perché l'unico posto dove potevano andare era verso la morte. Tutte quelle valigie svuotate mi fanno pensare a come starei se mi privassero di tutte le mie cose più care e non è una sensazione che vorrei provare. Come hanno potuto separare le famiglie, i bambini dalle loro madri, i fratelli, le mogli dai mariti, gli amici, per poi ucciderli solo perché appartenevano a un altro popolo? Guidando un'automobile è possibile cambiare strada mentre guardando i binari che conducevano al campo di sterminio penso a come si siano sentiti sapendo di non avere la possibilità di cambiare destinazione. Sembra strano ma ancora oggi si parla di razzismo, perché anche se sono passati tanti anni, l’odio verso alcune persone a causa della loro provenienza, religione o colore della pelle spopola ancora. Credo che se provassimo a superare i nostri pregiudizi, potremmo riuscire a vivere tutti molto più serenamente.

 

Rachele Baboni

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